Maturità 2008/09: prima prova. TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

 

CONSEGNE

Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», interpretando e confrontando

i documenti e i dati forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio.

Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che

l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

 

1. AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO

ARGOMENTO: Innamoramento e amore.

 

                  

 

 

 

 

R.  Magritte, Gli amanti (1928) M. Chagall, La passeggiata (1917-18) A. Canova, Amore e Psiche (1788-93)

 

«L’innamoramento introduce in questa opacità una luce accecante. L’innamoramento libera il nostro desiderio e ci mette al centro di ogni cosa. Noi desideriamo, vogliamo assolutamente qualcosa per noi. Tutto ciò che facciamo per la persona amata non è far qualcosa d’altro e per qualcun altro, è farlo per noi, per essere felici. Tutta la nostra vita è rivolta verso una meta il cui premio è la felicità. I nostri desideri e quelli dell’amato si incontrano. L’innamoramento ci trasporta in una sfera di vita superiore dove si ottiene tutto o si perde tutto. La vita quotidiana è caratterizzata dal dover fare sempre qualcosa d’altro, dal dover scegliere fra cose che interessano ad altri, scelta fra un disappunto più grande ed un disappunto più lieve. Nell’innamoramento, la scelta è fra il tutto e il nulla. […] La polarità della vita quotidiana è fra la tranquillità ed il disappunto; quella dell’innamoramento fra l’estasi e il tormento. La vita quotidiana è un eterno purgatorio. Nell’innamoramento c’è solo il paradiso o l’inferno; o siamo salvi o siamo dannati.»

 

F. ALBERONI, Innamoramento e amore, Milano 2009

 

 

Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.

Non so, ma sento che questo mi accade: è la mia croce

 

CATULLO, I sec. a.C. (trad. F. Della Corte)

 

Siede la terra dove nata fui

su la marina dove ‘l Po discende

per aver pace co’ seguaci sui.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:

Caina attende chi a vita ci spense».

 

DANTE, Inferno, V, vv. 97-107

 

 

 

Tu m’hai amato. Nei begli occhi fermi

luceva una blandizie femminina;

tu civettavi con sottili schermi,

tu volevi piacermi, Signorina;

e più d’ogni conquista cittadina

mi lusingò quel tuo voler piacermi!

Unire la mia sorte alla tua sorte

per sempre, nella casa centenaria!

Ah! Con te, forse, piccola consorte

vivace, trasparente come l’aria,

rinnegherei la fede letteraria

che fa la vita simile alla morte…

 

G. GOZZANO, La signorina Felicita ovvero la felicità,

VI, vv. 290-301, da I colloqui, 1911

 

 

 

 

Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte

Ingenerò la sorte.

Cose quaggiù sì belle

Altre il mondo non ha, non han le stelle.

Nasce dall’uno il bene,

Nasce il piacer maggiore

Che per lo mar dell’essere si trova;

L’altra ogni gran dolore,

Ogni gran male annulla.

Bellissima fanciulla,

Dolce a veder, non quale

La si dipinge la codarda geme,

Gode il fanciullo Amore

Accompagnar sovente;

E sorvolano insiem la via mortale,

Primi conforti d’ogni saggio core.

 

G. LEOPARDI, Amore e morte, vv. 1-16, 1832

 

 

 

Io ti sento tacere da lontano.

Odo nel mio silenzio il tuo silenzio.

Di giorno in giorno assisto

all’opera che il tempo,

complice mio solerte, va compiendo.

E già quello che ieri era presente

divien passato e quel che ci pareva

incredibile accade.

Io e te ci separiamo.

Tu che fosti per me più che una sposa!

Tu che volevi entrare

nella mia vita, impavida,

come in inferno un angelo

e ne fosti scacciata.

Ora che t’ho lasciata,

la vita mi rimane

quale un’indegna, un’inutile soma,

da non poterne avere più alcun bene.

 

V. CARDARELLI, Distacco da Poesie, 1942

 

 

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